Fai la scelta giusta! Autogestione dappertutto!

Sabato 23 marzo si terrà a Roma la manifestazione per il clima e contro le grandi opere. Il Governo promette, attraverso le grandi opere, il rilancio dell’economia e di conseguenza occupazione e benessere per tutti. I sostenitori delle grandi opere, al governo e all’opposizione, si sono autonominati partito del SI’, contro i movimenti popolari diffusi in tutta Italia, che sarebbero il partito del NO: NO al TAV, NO al TAP, NO al MUOS, NO al Terzo Valico ecc…

In realtà è il Governo che, come quelli precedenti, attua una politica del NO: NO alla tutela del territorio, NO ai trasporti di prossimità, NO all’aumento dell’occupazione in settori come sanità e istruzione, NO a servizi sociali universali e gratuiti per tutti.
Da dove vengono i soldi per le grandi opere, visto che gli investitori privati sono restii a investire se non c’è la garanzia dello Stato? Vengono dalle tasche dei cittadini, sia direttamente, attraverso l’aumento delle tasse, sia indirettamente attraverso i tagli ai servizi sociali. Le grandi opere rappresentano una forma di assistenzialismo per ricchi, a danno dei poveri.
Paradigmatica è la vicenda del gasdotto TAP, che attraverserà tutta l’Italia da Brindisi a Milano. Mentre si finanziano le ricerche e i primi lavori della grande opera, le zone dell’Italia Centrale colpite dai terremoti restano abbandonate a sé stesse, i comuni dell’entroterra perdono scuole e presidi sanitari, in nome della razionalizzazione. A un territorio devastato la SNAM porterà un inutile megatubo, che sarà inoltre pagato a caro prezzo. L’Italia appenninica è un esempio dello sviluppo garantito dalle grandi opere: disoccupazione, miseria spopolamento, arricchimento per le multinazionali come la SNAM che beneficiano dei finanziamenti pubblici.

Le scelte del Governo mettono in crisi le illusioni di chi sperava che un diverso gruppo parlamentare potesse intaccare la lobby delle grandi opere. Ancora una volta, chi si presentava come diverso, come alternativo al sistema di potere, appena entrato nella stanza dei bottoni si è piegato alle compatibilità del sistema: questo governo, come i precedenti, drena risorse pubbliche per gli interessi delle grandi società amiche.
Lo stesso governo aumenta la spesa di guerra, le missioni militari all’estero, la militarizzazione del territorio: niente soldi per gli ospedali, ma grandi sovvenzioni a polizia e carabinieri.
Il ministro dei trasporti Toninelli ha detto Si al Terzo Valico ma ha chiuso i porti per profughi e migranti.
Ancora una volta, la strada elettorale ha diviso e indebolito i movimenti di lotta.

Gli sfruttati, i movimenti di opposizione possono vincere solo se fanno paura, se mettono in pericolo l’ordine pubblico. L’unico limite all’arbitrio del Governo, per le grandi opere e in ogni altro campo, è la forza che i movimenti popolari dimostrano di sapergli opporre.
La manifestazione di Roma del 23 è importante, perché supera la dimensione locale e pone la questione delle grandi opere a tutte le persone, a tutti i movimenti sociali, come questione generale del tipo di società in cui vogliamo vivere, e come questione immediata legata alla sopravvivenza dei territori, che non vogliono essere sacrificati alla logica del profitto del capitalismo e all’oppressione governativa. Non possiamo credere di vincere con la semplice resistenza. Mai come oggi il resistenzialismo è una strategia di sconfitta.
La logica di sviluppo che giustifica le grandi opere è la stessa che provoca il cambiamento climatico. É la logica del capitalismo che mira al profitto costi quel che costi, da cui deriva miseria materiale e morale per la stragrande maggioranza della popolazione, e devastazione e saccheggio per l’ambiente. E’ la logica di potere dei governi che genera la violenza della guerra ai poveri, agli immigrati, a chi si oppone, agli anarchici.

Le catastrofi non hanno niente di naturale, non colpiscono tutti alla stessa maniera. Il cambiamento climatico e la mancanza di sicurezza dei territori ricade sempre sugli stessi, quelli che, magari a livello individuale, fanno una “buona pratica ecologista”.
Diciamo NO a chi pone il ricatto del lavoro a contrapposizione di chi difende la Salute e il Territorio

Dobbiamo passare all’attacco. La questione non si esaurisce con una valutazione sulla utilità o il danno di TAP, TAV, ecc. Dobbiamo impedire che padroni e governanti siano arbitri delle nostre vite e del nostro futuro. Solo l’azione diretta, il rifiuto della delega e l’autogestione dei territori possono inceppare una macchina che macina le vite di tanti ed il futuro di tutti.
Il nostro futuro, il futuro del pianeta passa anche per le nostre scelte individuali. Per questo facciamo appello ad ognuna ed ognuno che il 23 faccia la scelta giusta, scenda in piazza e lotti!
Il 23 marzo al corteo che si svolgerà a Roma ci sarà uno spezzone anarchico.
PARTECIPIAMO!

La Commissione di Corrispondenza della Federazione Anarchica Italiana
www.federazioneanarchica.org

Ritrovo per partenza corteo ore 14.00 piazza Esedra, arrivo in P.zza San Giovanni. A fine corteo per i compagni e le compagne dello
spezzone rossonero che non ripartono subito ci si trova allo Spazio Anarchico 19 Luglio in via Rocco da Cesinale (Garbatella) per una cena sociale.

Qui il resoconto del corteo.

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